giovedì 18 dicembre 2008

La storia dell’albero di Natale.
Sin dai tempi più antichi l’albero è stato considerato da diverse civiltà come un simbolo sacro, rappresentazione del rapporto del mondo con Dio, sia per la sua forma verticale che lo rendeva, secondo la cultura popolare, capace di unire terra e cielo, sia per la sua alternanza ciclica di morte autunnale e rinascita primaverile. Dall’albero di frassino presso i popoli germanici alla betulla per gli sciamani della Siberia fino ad arrivare all’albero capovolto degli indù, che con le sue radici succhia le grazie del cielo e attraverso le sue foglie le dona alla terra, si denota il carattere divino e sacro che per gli uomini ha sempre assunto questo elemento della natura.
L’uso dell’albero come simbolo natalizio non ha, come spesso si crede, un’origine ed un carattere pagani, ma deriva dall’antica usanza di ornare le case con rami di alberi sempreverdi nei giorni che precedevano il solstizio d’inverno simboleggiando per i cristiani la nascita della vita di Gesù.
Nel Medioevo si è poi diffusa in Germania la tradizione di mettere in scena rappresentazioni sacre tra le quali il racconto del peccato originale di Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden che prevedeva l’utilizzo dell’abete, perché facile da reperire e dalle foglie verdi, di mele rosse e talvolta di pani od ostie che rappresentavano il frutto del male e quello del bene. Dopo gli inizi madievali l’uso dell’abete natalizio si è diffuso da circa 5 secoli e nel 1521 in Alsazia c’erano già delle leggi per permettere il taglio di un solo albero per famiglia, in modo da non disboscare ogni Natale un’intera foresta di giovani piante.
Col passare del tempo alle mele si sono sostituite delle palle colorate e alle ostie i biscotti, ai quali si sono poi aggiunte le luci, segno di Cristo nel mondo, ed altre decorazioni e si è giunti fino al nostro albero di Natale che rivendica quindi, accanto al presepe, una sua origine religiosa.

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